Il problema è nato difronte alla mia stupidissima idea di comprargli una cucina Ikea.
“No! Assolutamente! – mi hanno detto gli esperti pedagoghi della mia famiglia – Perché cucinare è un gioco per bambine, non per maschietti”
Così ho accantonato la cosa. Per un pò. Fino a quando ho scoperto che cucinare è il suo gioco preferito anche all’asilo. Che la mini cucina nella sua classe gli ha permesso di cominciare la sua avventura scolastica senza una lacrima, ma con la gioia di correre lì, ai fornelli, coi i suoi nuovi compagni.
Così gli ho costruito una cucina di cartone, seguendo il geniale tutorial di ZigZagMom.
Perché se è vero che mio figlio deve costruirsi una propria identità – che passa anche attraverso il genere – è anche vero che a mio figlio vorrei offrire tutte le possibilità, insegnargli che nella vita tutto può accadere.
Che il suo destino lo creerà da sé e magari lo porterà ad essere uno chef stellato o magari no.
Che mai dovrà fare le sue scelte in base alle opinioni altrui.
Che le sue passioni potrà sempre seguirle, dovunque lo condurranno.
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